Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.

Marcel Proust

Angiolo Volpe, pittore contemporaneo, è testimone di una scuola che affonda le sue radici nella tradizione dei Maestri antichi.
Inizia a dipingere giovanissimo risentendo, in maniera chiara, della lezione dei Macchiaioli, ma evidenziando da subito una spiccata originalità espressiva.

Angiolo Volpe è un artista coraggioso che insiste, senza compromessi, nella severa indagine della tecnica per mezzo di soggetti che attraversano il suo percorso stilistico come pretesto ideale per esaltare gesto ed espressione.
Dagli oli ai pastelli – che realizza rigorosamente da solo nel suo studio – fino al disegno: scuola antica che ha attraversato i secoli, dalle Grotte di Altamira, al Rinascimento, fino a un Novecento ispirato.
In questa evoluzione , i soggetti accompagnano Angiolo Volpe in un analogo percorso: dai paesaggi agresti degli anni Settanta, alla metafisica delle marine e dei passaggi pedonali verso l’infinito; dalle ninfee, omaggio al Maestro Claude Monet, fino ai soggetti recenti – tra cui spiccano le stazioni – che esaltano il disegno, scuola nella quale Angiolo Volpe si muove con sicurezza ed esiti eccellenti.

Numerose esposizioni personali, in Italia e all’estero, lo hanno imposto, fin dagli anni Settanta all’attenzione di critica e pubblico, facendo sì che molte sue opere siano oggi presenti nelle più prestigiose collezioni internazionali, dall’America al Giappone.

Le Opere

Critica

[…] Angiolo Volpe è ancora giovane, molto giovane. Ha tanta pittura da fare. Ha tante cose da conoscere. La strada è buona. E’ augurabile che questo suo sogno d’artista duri nel tempo che non ha rispetto per nessuno. Quando la pittura vale è la medesima a dar prestigio al suo autore. Fossi io, oggi, con gli anni di Volpe! Trovo nella sua pittura la faccia della natura non nascosta, ma aperta al colloquio ed alla formazione della immagine che convalida le qualità di pittore di questo giovane labronico. Auguro che il Volpe possa camminare sulla medesima strada che io ho percorso in tanti anni, quasi un secolo. […]
Renato Natali
[…] Ecco: Volpe, osando oltre i confini di una tavolozza tipicamente livornese, ha acquisito ampia dimestichezza con i colori pieni di luce di cui oggi riesce a fare ottimo uso; e quei colori
– ho nella mente un suo quadro recente con i gialli intensissimi che esaltano un piano intermedio della prospettiva cromatica attraverso la quale “si svolge” un campo di rape fiorite – ripropongono in modo assolutamente nuovo la visione. E tuttavia l’impianto disegnativo, strutturale, ricorda molto da vicino le esperienze formative dell’artista. Erano allora maturate nell’esercizio di una gamma tonale sempre più raffinata di colori essenziali, quasi poveri, ma sorretti dal sogno descrittivo. […]
Tommaso Paloscia
[…] L’urgenza che ha propiziato questa inattesa frequentazione nel mondo dell’immateriale è cresciuta a poco a poco con segni inequivocabili, tutti, peraltro, ascrivibili al progressivo impegno con la tecnica del pastello: una pratica severa, complicata, che esige dedizione estrema, attenzione ostinata. L’acuta essenzialità, diresti persino il rigore, con cui si emancipano queste raffinatissime composizioni è l’esito ultimo di una condotta ricca di lodevoli implicazioni: il tono che indovini esasperato di un’analisi tutt’altro che artificiosa diventa preludio a un compendio cromatico denso di dissimulate sollecitazioni, dove una ricercata omogeneità amplifica l’aura romantica insita nelle diverse rappresentazioni. […]
Giovanni Faccenda